Marx pone maggiore attenzione alla concezione materialistica della storia e secondo lui la vera essenza dell'uomo consiste nel lavoro. Il motore della storia non è lo spirito, ma l'insieme dei modi e delle forze di produzione, cioè l'economia. L'uomo vive in una condizione alienata. La vera essenza dell'uomo è l'attività produttiva, cioè il lavoro. Nel lavoro l'uomo esprime se stesso, ma l'oggetto che egli produce cessa di appartenergli. Ciò che l'operaio produce appartiene ad altri e se lo rivuole deve acquistarlo.
Il paradosso è che l'uomo produce ciò che non gli appartiene. L'operaio si aliena nell'oggetto che produce, fatica e trasferisce in esso tutte le sue energie. Tale oggetto diventa estraneo all'operaio stesso. L'operaio privato del suo lavoro, risulta privato della sua stessa essenza.
Secondo Marx l'operaio lavora molto più di quanto non riceva sotto froma di salario. La società industriale si scinde in due grandi classi direttamente opposte: borghesia e proletariato. Si parla quindi di lotta di classe.